Rione di Sant'Eustachio - I Rioni di Roma

 Salve a tutti e bentornati in questo nuovo appuntamento dell'Eco del Tolero (QUI la nostra pagina Facebook) riguardo i Rioni della Città Eterna.

Oggi tratteremo del Rione di Sant'Eustachio, precisamente l'ottavo.
Anche questa volta, esattamente come nel Rione precedente, troviamo nello stemma un simbolo araldico.
Protagonista della storia di questo stemma è Placido che, intorno all'anno 100 e andando a caccia sui monti della Mentorella (sopra Tivoli), incontrò un cervo che fra le famose corna portava il volto del Redentore.

A livello geografico, come facciamo in ogni articolo e per ogni Rione, possiamo vedere grazie alla mappa qui sotto che tutto il confine della zona ha una forma stretta e allungata: questo fa si che il tratto attraversa in modo verticale molti luoghi storici di Roma.
Alcuni dei confini del Rione di Sant'Eustachio sono: Corso del Rinascimento, Piazza delle Cinque Lune, Piazza di Sant'Agostino, Via di Sant'Agostino, Via dei Pianellari, Via dei Portoghesi, Piazza Campo Marzio (di cui abbiamo già parlato - QUI il link all'articolo), Via del Pantheon e tanti altri.
Ma di cosa parleremo oggi nello specifico?
Parleremo esattamente di Palazzo Madama e della Chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza.
Partendo con il primo, Palazzo Madama ospita il Senato della Repubblica.
Il suo primo centro risale alla fine del XV secolo, quando sorse in questo luogo un palazzetto che nei primi del Cinquecento fu abitato anche dal Cardinale Giovanni de' Medici (figlio di Lorenzo il Magnifico e futuro Papa Leone X); in seguito rimase proprietà dei medici che lo fecero, poi, ingrandire.
Il suo nome è grazie a Madama Margherita d'Austria, figlia di Carlo V e moglie del Duca Alessandro de' Medici che intorno al 1537 soggiornò a lungo nel palazzo.
Questo palazzo ebbe una serie di trasformazioni:
-1905: l'aula senatoria fu ricavata nel cortile secondo un progetto di Luigi Gabet in cui il palazzo fu ampliato verso San Luigi de' Francesi;
-1929: il palazzo fu collegato con l'adiacente Palazzo Carpegna, demolito e poi ricostruito per ospitare gli uffici del Senato;
-1931: fu rifatta la facciata su Via della Dogana Vecchia e collegato per via sotterranea con Palazzo Giustiniani che divenne poi abitazione del Presidente del Senato.
A livello di struttura vera e propria, sulla facciata del palazzo, fino a poco tempo fa si poteva osservare una lastra rettangolare murata all'altezza del primo piano con sculture rappresentanti un tronco di palma che sosteneva un libro aperto, compassi e altri strumenti di geometria e musica.
E' bene ricordare che si tratta di una struttura tutta in marmo travertino, lavorato finemente.



Ora passiamo alla Chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza, di cui ho accennato qualche riga precedente.
Fu fondata nel 1303 quando Papa Bonifacio VIII  emanò la bolla "In suprema praeminentia dignitatis" con la quale fondò lo Stadium Urbis, con sede in Trastevere.
Originariamente il centro di questo luogo era caratterizzato da alcune sale del lato sud-occidentale costruite tra il 1492 e il 1497 grazie al progetto di Andrea da Firenze.
Bisogna anche ricordare che, agli inizi del Cinquecento, Papa Leone X, figlio di Lorenzo de' Medici, diede un forte stimolo all'Università, sia per aver fondato una Cappella a due cortili sia per aver chiamato a Roma (da tutta Europa) studiosi conosciuti per ufficializzare la notorietà dell'Università.


Siamo giunti al termine anche di questo articolo ma non prima di dedicare qualche altra parola a livello storico inerente a questo Rione.
Molti nobili romani ebbero molta venerazione per Sant'Eustachio e tra questi i conti Tuscolo vollero chiamarsi conti di Sant'Eustachio vantando così anche un'irreale origine genealogica con l'antica famiglia Ottavia da cui discendevano Caio Giulio Cesare, Ottaviano Augusto e, appunto, Sant'Eustachio.
Spero che anche questo articolo, come tutti i precedenti, vi abbia tenuto compagnia e vi abbia incuriosito.
Auguro a tutti voi una buona giornata e alla prossima!

-Serena Waldorf




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