Salve a tutti e bentornati in questo nuovo appuntamento dell'Eco del Tolero che tratta della conoscenza di giovani scrittori.
Nella mia scorsa intervista ho avuto l'opportunità di conoscere un ragazzo che
aveva da poco pubblicato il suo primo libro trattando il background del lavoro
fatto e tutto ciò che ne concerne dal punto di vista dello stesso scrittore.
Questa volta invece ho avuto l'idea di dar voce in capitolo ad un giovane
talento che però non ha avuto ancora pubblicato nulla dei suoi lavori.
Per quale motivo?
Quali sono i pensieri di un ragazzo talentuoso che ancora deve affacciarsi nel
mondo delle pubblicazioni?
Bene, per rispondere a queste domande vi presento Davide "Pepito" (ci
teneva particolarmente che lo scrivessi) Pepe che, posso confermarlo io stessa,
ha davvero talento.
Vi lascio di seguito l'intervista.
-Domanda gettonata: quando hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a
farlo?
Ho iniziato a scrivere quando avevo quindici anni all'incirca e la cosa
che mi ha spinto a farlo è stata la passione per il cinema.
Ho pensato che scrivere potesse avvicinarmi al cinema in qualche modo,
scrivendo qualche sceneggiatura (mai concluse) per iniziare a vedere come me la
cavavo.
Da molto tempo avevo in mente diverse storie che fino a quel momento non avevo
ancora provato a "mettere giù" in modo concreto.
L'ho fatto anche un po' per divertirmi.
Poi successivamente quando avevo all'incirca ventuno/ventidue anni ho pensato
di iniziare a scrivere un libro.
Se non avessi avuto questa passione per il cinema non penso che avrei mai
iniziato a scrivere un libro.
-Avere una grande immaginazione è, secondo te, sempre un bene? Diciamo
che questa può essere considerata, passami il termine, una domanda un po'
provocatoria.
Certo che sì.
Avere una grande immaginazione penso sia la chiave fondamentale per scrivere un
buon libro e tutto il resto viene un po' da sé.
Anche perché noto che quando scrivo non sempre ho ben chiaro in mente quello
che devo scrivere, però poi viene spontaneo, come se fosse una cosa naturale.
La fantasia, l'immaginazione sono le cose fondamentali che una persona deve
avere per iniziare a scrivere.
Per ben quindici anni ho solo immaginato.
-Quali sono le sensazioni che provi quando scrivi?
Provo innanzitutto una sensazione di stupore e questa è la cosa più
strana, anche perché solitamente una persona potrebbe rispondere
dicendo :"Provo una sensazione di libertà", invece io di stupore perché mi capita spesso che mi sorprendo davanti a ciò che scrivo, rendendomi conto che
quello che sto facendo può funzionare sia per me e magari anche per gli altri.
Se ti sorprendi di ciò che hai scritto ti rendi conto che quello che stai
scrivendo è una cosa buona.
-Dove prendi l'ispirazione?
Ecco, l'ispirazione rappresenta un'altra qualità importante di cui una
persona deve avvalersi per cercare di realizzare al meglio la propria idea.
Bisogna sentirsi continuamente ispirati da qualcosa o da qualcuno, ed è
capitato anche a me sin da subito, sempre attraverso l'aspetto cinematografico
e da quello che ho intorno, dalla realtà stessa o da una sensazione,
l'emotività.
E' un po' come se tutto fosse collegato.
L'ispirazione accomuna un po' tutti gli artisti secondo me, di qualsiasi campo
si tratti.
-Questa domanda possiamo considerarla molto personale: come mai non hai
ancora pubblicato nessun libro nonostante la tua bravura? Io stessa posso
confermarlo dopo aver letto qualche tuo lavoro.
Per il semplice fatto che sono pigro, e questo rappresenta il mio più
grande limite, sinceramente parlando.
-Se tu potessi scegliere un solo scrittore con cui scambiare due
chiacchiere, chi sceglieresti e perché?
Domanda difficile perché, non essendo una persona che legge molto, sempre
per una questione di pigrizia, e dovrei lavorare di più su questa cosa, ma se
dovessi scegliere una scrittrice ti dico Gisella Laterza.
Avevo la tv accesa e ho visto questa intervista di questa scrittrice rimanendo
colpito per la trama del suo libro di cui appunto stava parlando.
Mi piacerebbe fare due chiacchiere con lei!
-Come ho detto prima, ho letto qualche tuo lavoro e per questo vorrei
chiederti: ti definiresti più uno scrittore verso il genere fantasy o uno più
con i "piedi a terra"?
Mi definisco più uno scrittore verso il genere fantasy e anche questo è un
po' strano perché comunque non sono quasi mai partito da quel genere, a parte
in età molto giovane.
Però poi mi sono sempre di più ancorato alla realtà a modo mio, facendo sempre
ricorso al fantasy e mi sono accorto che è il modo migliore per raccontare le
mie idee.
-Questa tua passione vorresti, un giorno, farla diventare la tua professione?
Sì, spero che un giorno possa diventare la mia professione anche perché mi rendo sempre più conto che è la cosa che so fare meglio.
Scrivere anche per avere la possibilità di avvicinarmi al mondo
cinematografico, quindi sì ci spero tanto ovviamente.
Che poi l'espressione "professione" non mi piace molto perché implica
un dover fare un qualcosa per avere in cambio del denaro ed è una cosa
socialmente condivisa da tutti ed è un modo che per forza di cosa va attuato,
no?
Poi nel mio caso è più un passatempo che un lavoro; prenderla così è anche più
bello e filosofico oserei dire.
-Come ti fa sentire il non aver pubblicato ancora qualcosa? Perché non
riesci a sfruttare del tutto il tuo talento?
"Mi fa sentire un po' un cretino, perché penso sempre che avrei potuto
pubblicare qualcosa tempo prima e non l'ho mai fatto.
Non mi sento del tutto felice quando penso a questa cosa.
Spero comunque di riuscire a pubblicare almeno un libro di quelli che sto
scrivendo e questo per me sarà un bel successo perché ho atteso anche troppo;
potevo provarci un po' prima.
Quando si tratta di una passione si va incontro ad un qualcosa a cui tieni
tanto, che ami, come quando appunto puoi dire di amare una persona.
Non è mai semplice, anche se in questo caso dipende tutto da me e non anche da
un'altra persona; anche la perseveranza è una cosa importante: quando tu tieni
a qualcosa devi perseverare senza eccedere, nonostante le difficoltà ci proverai
sempre.
L'amore per la scrittura come l'amore per una donna, una forma di
passione.
-Domanda sarcastica: ti saresti mai aspettato di prendere parte ad
un'intervista come "giovane scrittore"?
Se dicessi di no sarei bugiardo perché in fin dei conti è una cosa che
dentro di me ho pensato che potesse accadere, in questo formato qui ovviamente.
Non mi considero uno scrittore a tutti gli effetti anche perché io sto cercando
di farlo. Mi considero un'artista come tutti, come un bambino che facendo uno
scarabocchio si sente un'artista.
Sono contento di aver fatto questa intervista molto carina, interessante e
simpatica.
Mi piace molto raccontarmi, infatti ho in testa un "pallino" che
sarebbe scrivere un'autobiografia ma non aspettando molto tempo!
Ringrazio ancora Davide per aver partecipato e ringrazio tutti voi che
state seguendo anche questa mia rubrica.
Spero che vi sia piaciuta e vi auguro una buona giornata!
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