Il mondo della scrittura si amplifica sempre
di più, con l'introduzione di giovani scrittori e citazioni varie di quelli
vecchi e già molto conosciuti; l'intento di queste interviste è proprio quello
di conoscere il pensiero, l'arte e il lavoro dei nostri coetanei.
Benvenuti a tutti in questo nuovo appuntamento sull'Eco del Tolero. Oggi vi farò conoscere Lorenzo Laddomada, un giovane scrittore classe '92 che vive e lavora a Torino e gestisce la pagina Instagram "Frasifotografate" seguita da migliaia di follower che interagiscono con lui
ogni giorno.
"Maturo, ma non troppo" è il suo primo lavoro.
Di seguito, ecco a voi l'intervista.
S:"Cosa ti ha spinto a scrivere un libro?"
L:"Dovrei spoilerare una parte del secondo libro, perché... mettiamola così:
una sera per sfogarmi da una grossa delusione cominciai a scrivere a ruota
libera, volevo scrivere qualcosa, come una valvola di sfogo.
E decisi di partire dalla storia della mia vita un po' romanzata e praticamente
mi è venuta l'dea: nessuno parla della vita che c'è dopo il diploma per un
ragazzo che prova a cercare del lavoro e tutto quanto.
Mi venne in mente anche la frase che si trova all'inizio del libro: "Inizia
un momento in cui finiscono tutte le certezze" ecco quella è stata la
frase con cui iniziai a scrivere quel file di Word"
S:"Avendo letto il libro ho capito da sola che hai delle
insicurezze, come tutti del resto, e quindi mi viene da chiederti: durante la
stesura del libro hai avuto qualche insicurezza? Se sì, quale nello
specifico?"
L:"Avevo paura che a nessuno interessasse il mio libro; per affrontare
questa cosa ho pensato che fosse tanto importante non quello di cui parli ma
come ne parli. Secondo me tu puoi descrivere una cosa straordinaria in modo
pessimo e rendere un lavoro non molto allettante; però invece puoi raccontare
in modo buono una storia normale, perché la mia è una storia normale, la storia
di un ragazzo che vive negli anni dieci del terzo millennio. Tutti mi dicevano
di essere bravo a scrivere e così ho detto :"Ma sì dai, proviamoci" e
ho seguito la vocina dentro di me"
S:"Ti è mai capitato di avere paura del giudizio delle persone o
anche, perchè no, delle persone a te care?"
L:"Tutt'ora ce l'ho. Sono una persona che si fa molto condizionare dagli
altri ma ho anche imparato ad avere una buona corazza. Ad esempio, a mia madre
che ama leggere, le feci leggere i primi tre/quattro capitoli e non le
piacevano molto; in effetti ho fatto molte correzioni da allora. Mi scoraggiai
talmente tanto che smisi di scrivere per un po' di giorni; poi lo feci leggere
ad una certa ragazza e lei era entusiasta pur non amando molto il genere e mi
aveva caldamente incoraggiato a non fermarmi mai"
S:"Un'altra curiosità che mi è venuta in mente è: da quando hai
iniziato ad avvicinarti al mondo della scrittura in generale?"
L:"Io ho sempre amato scrivere, mi ricordo che ai tempi delle elementari
prendevo ottimi voti e scrivevo lettere magari per i compleanni, per i miei
genitori, comunque ho sempre amato esprimermi scrivendo. Credo sia una cosa che
hai dentro, come tuttte le altre cose, ci nasci con certe doti anche se
certamente sono cose che devi rafforzare"
S:"C'è o ci sono scrittori che ami particolarmente? Sia dei nostri giorni
sia se vogliamo parlare dei grandi classici"
L:"Ci sono quattro scrittori in particolare di cui ho letto tutti i libri e
che stimo molto: Luca Bianchini, Roberto Emanuelli, Fabio Volo e Federico
Moccia.
Sono i quattro ai quali mi ispiro di più e che ho cercato di
"imitare" con il mio stile, ovviamente"
S:"Che cosa senti di consigliare ad un giovane scrittore che magari ancora
deve pubblicare qualcosa e che, o per un motivo o per un altro, ancora non lo
ha fatto?"
L:"Di provarci, di non avere paura e di buttarsi. Che le cose più belle
iniziano sempre quando meno te lo aspetti; io la sera che iniziai a scrivere il
libro ero disperato, triste. Ho letto una frase di Hemingway: "Scrivi da
ubriaco e correggi da sobrio". Ed è assolutamente vero! Le cose migliori
si scrivono quando ci sono degli eccessi, sia positivi che negativi; se sei
troppo allegro, se sei troppo arrabbiato, ecc.."
S:"Come ti vedi come futuro scrittore? La vedi come una tua possibile
professione?"
L:"E' il mio più bel sogno della della mia vita attualmente fare lo
scrittore, sarebbe stupendo vivere di libri; leggerli e scriverli, fare viaggi
per poi scriverli, inventare anche un romanzo. Ma la strada è ancora lunga, per
il momento rimango il Lorenzo impiegato"
S:"Di solito non mi piace dare spazio ai cosiddetti "haters" ma
ci tengo a sapere se hai mai avuto giudizi che andavano un po' oltre e volevo
chiederti se c'è stato qualcuno, anche di tua conoscenza, che con le parole è
andato un po' oltre"
L:"Riguardo il libro no ma la cosa che mi ha ferito di più, per adesso, è
stato che non tutti, tra cui anche alcuni dei protagonisti del libro romanzati,
non mi hanno ancora sostenuto con questo mio progetto e questa è la cosa che mi
ha fatto più male. Per fortuna commenti da haters non mi sono ancora arrivati e
spero non arrivino mai, che sono la cosa più brutta che possa arrivare"
S:"Ora ti pongo la domanda della mia amica e collega Giorgia: se e in che
modo la pandemia ha contribuito alla pubblicazione del romanzo, se ti ha
aiutato o rallentato"
L:"Ti dico solo che pre-covid questo libro era un file di Word di dieci
pagine che avrei continuato forse tra tre/quattro anni nella migliore delle
ipotesi, questo ti fa capire quanto mi è stata "positiva" la
pandemia. Questa cosa mi ha fatto anche evadere"
S:"Altra, ed ultima, domanda sempre da parte della mia amica e collega
Giorgia: quali difficoltà hai incontrato, e se le hai incontrate, con la
pubblicazione del libro? (case editrici, ecc..)"
L:"Alle case editrici non mi sono praticamente rivolto perchè ero certo
che avrei perso tempo e soprattutto sapevo che il prezzo col quale sarebbe
uscito il libro era un prezzo magari poco accessibile al pubblico, perciò quasi
subito mi sono concentrato con la scelta dell'auto-pubblicazione, anche perchè
mi sarei scelto io alcune cose"
S:"Grazie mille per questa intervista e per la disponibilità Lorenzo, sei
stato molto gentile e mi fa piacere anche di aver fatto qualche risata ancor
prima di iniziare"
L:"Grazie a te e per me è lo stesso"
Bene, spero che questa intervista possa avervi fatto non solo compagnia ma
schiarire un po' qualche idea e qualche curiosità; parlare con giovani
scrittori dà sempre la possibilità di scoprire altri punti di vista e di capire,
tramite un dibattito, un po' come "girano" le cose.
Alla prossima intervista e un saluto a tutti voi lettori!
-Serena Waldorf
Commenti
Posta un commento