Poesia Social - Intervista a Simone @allofnevermore

 

Salve a tutti e bentornati in un nuovo appuntamento dell'Eco del Tolero che riguarda la rubrica dei "Giovani Scrittori".
Sono sempre alla ricerca di qualcuno che possa rispondere alle mie domande e, questa volta, è toccato a Simone, un giovane ragazzo che gestisce la pagina Instagram @allofnevermore .
Di seguito troverete le domande con le sue risposte.
Buon proseguimento!


Domanda di rito: quando hai iniziato a scrivere? Cosa ti ha spinto a farlo?
Ho iniziato a scrivere anni fa in realtà, quando ero un giovane adolescente affamato di musica, cultura pop americana, intorno alle scuole medie.
All'inizio sono partito con dei pensieri brevi che poi si sono sviluppate con il tempo fino a delle canzoni vere e proprie.
Sul perché scrivo non saprei darti una motivazione, ognuno ha le sue, e mi sono convinto che variano a seconda il periodo della vita; fondamentalmente però è sempre stato un bel modo per tirare fuori tutto quello che avevo dentro che, può sembrare una cosa banale ma, chi lo ha fatto e chi lo fa, se ne rende conto. Ho iniziato a scrivere davvero quando ho capito che in questo modo si potevano esprimere tutte quelle cose che non potevo, non riuscivo o avevo paura di dire.


Durante una nostra conversazione mi hai detto che in realtà vieni dal mondo della musica, ti va di parlarci di questo cambiamento?
Sì esatto, ho fatto un mio percorso nella musica, nel rap prevalentemente, poi mi sono spostato più su altri generi; ultimamente mi sono spostato appunto sulla scrittura.
Non credo ci siano dei punti di contatto, penso ci siano delle differenze: il primo è l'ambiente, ovvero questa ricerca costante del successo, dell'approvazione degli altri che ha portato, alla lunga, a rendere la musica più "vuota" e stavo scrivendo cose molto meno mie, più banali. Invece la scrittura la trovo immediata, rude, forse anche più vera e relativamente svincolata da tutti i preconcetti, le regole a cui il mondo della musica, nel 2021, deve sottostare


Nella tua bio di Instagram si può leggere: "Sono quello che scrive cose tristi". Come mai ti definisci uno scrittore triste?
Beh questa è una domanda interessante, potremmo aprire un mondo e parlarne per giorni; perché sono convinto che la tristezza in sé, come sentimento, sia molto sottovalutata e non è mai male, perché è sempre derivata da qualcosa.
Spesso solo la consapevolezza di una determinata situazione e dell'impossibilità di cambiarla è, secondo me, molto più profonda di quello che può sembrare.
Scrivere cose triste è quello che ho sempre fatto e non posso che concludere prendendomi la libertà di citare Chuck Palahniuk, l'autore di "Fight Club" che ad un certo punto dice: "L'arte non deriva mai dalla felicità"


Se potessi scegliere un qualsiasi scrittore per scambiare due chiacchiere, chi sceglieresti e perché?
Se potessi scegliere una persona, un autore, con cui fare due chiacchiere molto probabilmente sceglierei Bukowski perché mi ha sempre affascinato il suo modo di vedere le cose, le persone, la vita in generale; poi il suo stile di scrittura, questa sorta di realismo abbinato ai discorsi esistenziali e secondo me è una persona molto molto più profonda rispetto al suo personaggio

Una domanda per me molto importante e che espongo sempre è la seguente: cosa provi quando scrivi?
Beh è una di quelle sensazioni che non saprei come descrivere, è come fare l'amore o buttarsi da una discesa ripida in bicicletta; come trovarsi sull'orlo del Grand Canyon, guardi e c'è tutto l'orizzonte.
Potrei dirti che mi fa stare bene, però poi quando invio e vado a capo succede sempre la stessa cosa: non puoi fare altro che ricominciare

Ho notato che in molte tue poesie è presente la figura del Sole; che significato ha per te?
Sì esatto, il Sole e il mare, sono due simboli che uso molto e a cui sono molto legato. Il Sole in particolare perché è una cosa che vedo molto come rinascita in contrapposizione alla Luna, no? Questa cosa che c'è l'alba e il tramonto, il Sole quando piove, il Sole il sé; che qualsiasi cosa succeda nella tua vita sai che puoi guardare in alto e c'è il Sole

Ho letto qualche tua poesia e, oltre a farti i miei complimenti, volevo dirti che la mia preferita è la seguente: "Tu sei come le maree: seguono cicli della Luna, e solo chi sa leggerli può dire di conoscerli".
Penso che un po' mi rappresenti.
Per questo motivo volevo chiederti, vuoi raccontarci qualcosa di questa poesia?
Innanzitutto ci tenevo a ringraziarti per i complimenti, mi fa molto piacere, e riguardo questo pezzetto in realtà fa parte di uno scritto un po' più lungo. L'immagine a cui io stavo pensando quando ho scritto questa cosa è quella dei pescatori, di persone, completamente svincolati dalle ragioni scientifiche che invece noi adesso conosciamo, che guardano questa distesa immensa di acqua e sanno, che prima o poi si alzerà il livello e questa acqua si prenderà tutto quello che c'è e lasciandoti però altre cose. Questa poesia era riferita ad una ragazza però penso che si possa legare a qualsiasi tipo di rapporto della nostra vita, infatti nel rapporto con una persona, a prescindere dal volere tuo o suo, questa persona si prenderà parte delle tue esperienze e te ne lascerà altre, che andranno poi a completare quel piccolo puzzle

Quali sono, secondo te, le caratteristiche che (passami il termine) "muovono" la poesia?
Beh le caratteristiche... Vorrei partire da una frase che mi ha colpito tantissimo, non ricordo né di chi e né dove l'abbia letta, ma diceva più o meno così: "Un autore, un'artista in generale, è una persona che parla di sé; ma se è davvero bravo ti convince anche che parli di te" e secondo me sta tutto lì, le caratteristiche tecniche specifiche, letterarie. Secondo me la caratteristica principale della poesia è che deve parlare dell'autore e parlare al lettore

-Sei uno scrittore che ha bisogno di confusione per scrivere o hai bisogno di tranquillità attorno a te?
Come persona, nella testa, ho un casino, cioè un fiume in piena, caos totale.
Penso alle cose mentre penso ad altre dimenticando poi le prime e sono molto confusionario sia a livello di pensieri che a livello di organizzazione mentale. Però poi all'esterno sono in realtà un tipo abbastanza tranquillo, non mi piacciono i casini, i rumori forti; in una canzone dico appunto che non sono un tipo da feste, da party e nelle occasioni giuste non so bene come comportarmi e che è appunto, poi, un mio modo di essere. Per quanto riguarda la scrittura solitamente scrivo con la musica, metto delle basi di piano che mi rilassano abbastanza e penso, ho bisogno di pensare per scrivere


 -Ultima domanda e anche sarcastica: hai mai pensato di poter partecipare ad un'intervista?
Sì, ho partecipato ad altre interviste in altri ambiti però è la prima nel mondo della letteratura, ed è molto particolare parlare di certe tematiche, sono domande diverse rispetto a quello che mi hanno sempre fatto con la musica.
Chiudo ringraziandoti e vi auguro una buona continuazione!

Ringrazio ancora Simone per la disponibilità e sono stata molto curiosa nell'ascoltare le sue risposte.
Spero che questa intervista sia piaciuta anche a voi e al prossimo articolo sui Rioni di Roma.
Buona giornata a tutti!

-Serena Waldorf



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